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"Il libro è costituito da due «voci»: una maschile e l'altra femminile, ridotte alla «nuda vita». L'io è stato ridotto a nuda voce. Due «voci» monologanti,presumibilmente due persone conviventi o sposate dei giorni nostri di un qualsiasi luogo insignificante dell'Occidente evoluto che mettono in opera una «confessione» separata, a compartimenti stagni, in camere separate,blindate dalla incomunicabilità generale. Ciascuna «confessione» avviene nell'ambito del proprio Foro interiore, ciascuna parla a se stessa per parlare all'altra, ciascuna parla un linguaggio che l'Altro intende benissimo ma che, proprio per questo, lo fraintende e lo equivoca. Perché ciò che azionale «voci» è la mole invisibile dell'Inconscio. Ecco spiegato il titolo "L'immobile volo", in realtà i due personaggi, le due «voci», pur legate presumibilmente da una contiguità passata e da una relazione intima, ciascuna,dicevo, è sostanzialmente «immobile», cioè incapace a superare e infrangere lo schermo del Foro interiore, la convenzione sociale della «confessione» e quant'altro". (Giorgio Linguaglossa)